Una di queste, la Strada Regia (così denominata fin dall’Alto Medioevo e che in parte ricalcava una vecchia via romana), passava per Villa Pontis di un tempo e metteva in comunicazione Venezia fin dai suoi primi secoli di vita con il Nord Europa. Localmente, il tracciato lambiva a Nord l’attuale territorio del comune di Orsago, costeggiava il corso del fiume Meschio a Ponte della Muda ove lo attraversava al confine con Fratta di Caneva e poi proseguiva verso la pedemontana. Attualmente il tracciato che interessava la frazione non è più esistente.
Fungendo il Meschio da confine con il Friuli, a ridosso del ponte venne fatto costruire dal governatore della contea di Cordignano, nei primi anni del XVI secolo, il Palazzo del Dazio: lì tutti dovevano fermarsi e pagare la gabella, ossia una tassa sulle merci. Nel palazzo vi alloggiavano i daciari (o altresì detti anche gabellieri) ed i cavalieri del sal di Treviso. Mentre i primi svolgevano un ruolo di doganieri, i secondi avevano il compito di intercettare i contrabbandieri di sale provenienti principalmente dal porto di Portobuffolè.
Il Palazzo del Dazio, al cospetto delle poche case che costituivano il paese, fu una struttura imponente per quegli anni: non a caso rivestiva un ruolo di totale controllo di tutta la zona avvalorandolo ancor più dal fatto che i daciari gestivano anche il cambio dei cavalli, la muda.
Il palazzo venne utilizzato per le funzioni suddette per tre secoli: fino al 1806. Poi, con l’arrivo di Napoleone e sotto il suo dominio, vennero introdotte nuove normative amministrative sia nell’ambito sociale sia in quello territoriale. Le regole, che fino a quel momento costituivano la base della gestione e della suddivisione del territorio, vennero accantonate a favore dei comuni.
Da allora il Palazzo del Dazio non venne più utilizzato per scopi amministrativi divenendo di proprietà privata. Ancora oggi esiste e si trova, a seguito dello sviluppo urbanistico del paese, a Nord ed a pochi passi dalla piazza principale, ma è in condizioni precarie perché lasciato in balia di sé stesso, delle intemperie e del degrado dettato dal tempo.
Per coloro che volessero approfondire il tema del Palazzo del Dazio ricordiamo l’opera di Gian Marco Mutton: “Ponte della Muda: metamorfosi di un paese: documenti e testimonianze 2 volumi”