all’opera n°157 dal titolo “Macerie” di Marco Camporese – Villanova di Camposampiero (PD)

con la seguente motivazione: “Un’opera che coniuga una ricercata analisi volumetrica capace di aprire nuovi e diversificati orizzonti insieme ad una sapiente resa cromatica che coglie le ultime luci del giorno.”

all’opera n°151 dal titolo “Il respiro dell’acqua” di Valter Zaramella – Cordenons (PN)

con la seguente motivazione: “La dimensione paesaggistica di insieme si stempera in improvvisi volumi che affiorano da una superficie liquida. Sullo sfondo emergono verticalità e luci preziose e fugaci.”

all’opera n°25 dal titolo “Paesaggio di Cordignano” di Claudio Pompeo – Colfosco (TV) con la seguente motivazione: “Un silente notturno oniricamente evocativo rimanda ad un reale paesaggio, l’abitato di Cordignano, accennato e non definito.”

all’opera n°50 dal titolo “Il grande fiume” di ELIO CARNEVALI – Pegognaga (MN)

con la seguente motivazione: “Più piani visivi definiti dalla verticalità delle piante si innestano nelle orizzontalità e portano
oltre il segno.”

all’opera n°52 dal titolo “Controluce” di GIAMPIETRO CAVEDON – Marano Vicentino (VI)

con la seguente motivazione: “Luci improvvise entrano in un interno, frammenti di luce invadono gli oggetti impreziositi dal disegno.”

all’opera n°70 dal titolo “Reti al Sole” di DONINO BORIN – Caorle (VE)

con la seguente motivazione: “La laguna si offre in una fragranza cromatica luminosa apprezzabile.”

all’opera n°117 dal titolo “La casa dei ricordi” di CARMINE ANTONIO MAZZIALE – Campobasso (CB)

con la seguente motivazione: “La spiccata verticalità del gruppo di case sostiene volumi che contrastano con il plumbeo
vuoto lunare.”

all’opera n°142 dal titolo “Senso unico” di ROBERTO VETTORETTI – Conegliano (TV)

con la seguente motivazione: “Il dinamismo del segno dialoga con la staticità del soggetto.”

all’opera n°6 dal titolo “Paese mio” di GILBERTO SARTORI – Piazzola sul Brenta (PD)

con la seguente motivazione: “Il richiamo paesaggistico rimanda ad un equilibrio tra evanescenze e cromatismi.”

all’opera n°13 dal titolo “Scalo merci” di LUCIANA BIZZOTTO – Eraclea (VE)  

con la seguente motivazione: “Una prospettiva aerea suggerisce un taglio fotografico, nel quale le scie luminose
dell’abitato urbano conducono verso l’astrazione.”

all’opera n°63 dal titolo “Vie di fuga” di MARCO FAVILLI – Cecina (LI)

con la seguente motivazione: “Vanno apprezzate le luci che creano un’atmosfera suggestiva opponendosi alle figure in
moto.”

all’opera n°120 dal titolo ”Il piccolo porto” di CONCETTA DAIDONE – Pineto (TE)

con la seguente motivazione: “Riflessi d’acqua evidenziano la profondità della cromia blu. Le barche vivono in questo
quadro.”

all’opera n°20 dal titolo “Dal Fondaco dei Tedeschi” di GIANPAOLO CALLEGARO – Mestre (VE)

con la seguente motivazione: “Il fascino di Venezia accredita un amore continuativo, sereno e vero, sempre attuale e
sincero.”

all’opera n°40 dal titolo “L’attimo” di ANTONIO FABIO GRILLO – Zibido S.Giacomo (MI)

all’opera n°88 dal titolo “Il bosco” di GIANNA PUIATTI – Frisanco (PN)

all’opera n°114 dal titolo “Paesaggio del mare” di ANTONIO CIVITARESE – Canosa Sannita (CH)

all’opera n°16 dal titolo “Antica tonnara” di SANDRO CHINELLATO – Conegliano (TV)

con la seguente motivazione: “L’impianto grafico possiede uno slancio realistico, fondandosi su linee che si rincorrono e
si interrompono.”

all’opera n°9 dal titolo “Ultimo treno” di GABRIELE BORDIGNON – Tezze sul Brenta (VI)

con la seguente motivazione: “Una tensione quasi futurista è un ricordo del nostro indimenticato novecento.”

all’opera n°26 dal titolo “La grande sedia” di MASSIMILIANA SONEGO – Conegliano (TV)

con la seguente motivazione: “Si coglie una consapevolezza stilistica nell’astrazione sostenuta da un segno libero e leggero.”

all’opera n°2 dal titolo “Il viaggio di Asterione” di ARIANNA BRAVIN – Cordignano (TV)

con la seguente motivazione: “Apocalittica pregnanza simbolica sostenuta da una definita proprietà segnica.”

all’opera n°20 dal titolo “Lontane memorie” di CESARE BALDASSIN – Cordignano (TV).

all’opera n°58 dal titolo “Grande acqua” di ANNA RIVA – Conegliano (TV)

con la seguente motivazione: “Evocazioni fluttuanti dove gli accordi tra luci e ombre suggeriscono un’atmosfera carica
di suggestione.”

all’opera n°5 dal titolo “Chiostro” di VALTER TAMIAZZO – Cinto Euganeo (PD)

con la seguente motivazione: “Un richiamo rinascimentale aiuta il lettore dell’opera ad entrare in spazi mistici.
Diagonalità architettonica che definisce aperture e chiusure quasi in dialogo.”

all’opera n°14 dal titolo “Sogno su Marte” di ANITA GUADAGNIN – Mussolente (VI)

all’opera n°64 dal titolo “La Torre di Tokio” di MAURO ANDRIGHETTI – Marghera (VE)